IPAZIA

Ipazia, nacque ad Alessandria nella seconda metà del IV secolo. Non è possibile stabilire con maggiore precisione l'anno della sua nascita: il lessico Suda sostiene che ella «fiorì durante il regno d'Arcadio», ossia dal 395 al 408, il che comporterebbe una data di nascita oscillante dal 355 al 368, anche se la maggior parte degli studiosi crede di poter indicare la sua nascita intorno al 370.

Nulla si sa della madre e il fatto che i saluti rivolti a Ipazia e agli altri familiari nelle lettere del suo allievo Sinesio non la citino mai, fa ritenere che, almeno nel 402, ella fosse già morta. Si sa di un fratello di nome Epifanio, dedicatario sia del Piccolo commentario alle Tavole facili di Tolomeo, che del IV libro dei Commentaria a Tolomeo, del padre Teone.

Dubbia è la possibilità che avesse un altro fratello di nome Atanasio; nelle lettere in cui Sinesio saluta Ipazia: «Abbraccia per me la venerabilissima e piissima filosofa, il beato coro che gode della divina voce, ma soprattutto il beatissimo padre Teotecno e il compagno nostro Atanasio» e «stammi bene e salutami i compagni felici, cominciando dal padre Teotecno e dal fratello Atanasio», l’ipotesi che Teotecno — Teone è effettivamente il diminutivo di Teotecno — e Atanasio indichino rispettivamente il padre e il fratello di Ipazia, non ha la maggioranza dei consensi dei commentatori.

Noto è invece il padre, «Teone, il geometra, il filosofo d’Alessandria», che studiava e insegnava ad Alessandria, dedicandosi in particolare alla matematica e all'astronomia — osservò l'eclisse solare del 15 giugno 364 e quella lunare del 26 novembre — e che sarebbe vissuto almeno per tutto il regno di Teodosio I (378-395). Che Ipazia sia stata allieva prima e collaboratrice del padre poi è attestato dallo stesso Teone il quale, in capo al III libro del suo commento al Sistema matematico di Tolomeo, scrive che l'edizione è stata «controllata dalla filosofa Ipazia, mia figlia». Non è chiaro il tipo di controllo esercitato da Ipazia: se si sia trattato di una semplice revisione del commento paterno, di integrazioni al testo ovvero di editare l'intero testo di Tolomeo.

Le fonti antiche sono concordi nel rilevare come non solo Ipazia fosse stata istruita dal padre nella matematica ma, sostiene Filostorgio, anche che «ella divenne migliore del maestro, particolarmente nell’astronomia e che, infine, sia stata ella stessa maestra di molti nelle scienze matematiche». Filostorgio non è soltanto uno storico della Chiesa, ma anche un appassionato, se non un esperto, di astronomia e di astrologia, e le sue affermazioni trovano conferma in Damascio il quale scrive che Ipazia «fu di natura più nobile del padre, non si accontentò del sapere che viene dalle scienze matematiche alle quali lui l'aveva introdotta, ma non senza altezza d'animo si dedicò anche alle altre scienze filosofiche».

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