TERESA MATTEI
Teresa (Teresita) Mattei (Genova, 1º febbraio 1921) è una partigiana e politica italiana.
Teresa Mattei per l’Italia è questo: un pezzo fondamentale di ricostruzione del passato e della conquista dei diritti fondamentali delle donne.Teresa Mattei per l’Italia è questo: un pezzo fondamentale di ricostruzione del passato e della conquista dei diritti fondamentali delle donne. Nata nel 1921 a Genova, la piccola Teresa cresce respirando aria antifascista. Nella sua numerosa famiglia d’origine (sono sette i figli di casa Mattei) si sente forte il richiamo all’impegno morale propagato dal gruppo “Giustizia e Libertà”, di cui fa parte il padre Ugo e un caro amico di famiglia, una delle figure più emblematiche del liberalsocialismo, Ferruccio Parri.
Teresa ha solo 16 anni, quando viene mandata in Francia per portare dei soldi ai fratelli Rosselli, esuli antifascisti a capo di “Giustizia e Libertà”. Una missione pericolosa che, al rientro le costa l’arresto e che rappresenta solo la prima di una serie di azioni contro il regime. Ma quando si ha la convinzione di essere dalla parte giusta, il coraggio viene da sé. E la giovane Mattei, nel 1938, non ci pensa due volte a tener testa a un professore che a scuola difende le leggi razziali. Con l’aria di chi non può sopportare oltre, si alza e sfida il docente: “Chiedo di uscire, perché queste cose vergognose non le voglio sentire”. Il coraggioso gesto determina la sua espulsione dall’istituto, ma non la sospensione degli studi. Teresa infatti si prepara alla maturità come privatista insieme a un professore d’eccezione Piero Calamandrei. Un altro esponente di “Giustizia e Libertà” che ritroverà, insieme a Parri, nei banchi della Costituente.
Oramai non ci sono dubbi su quale sia la parte con cui schierarsi. E’ il 1942 quando Teresa decide di partecipare attivamente alla lotta di Liberazione, aderendo come partigiana alla formazione garibaldina del Fronte della gioventù. Un’esperienza di vita unica e importante , che ispirerà il personaggio femminile dell’episodio fiorentino del film di Roberto Rossellini “Paisà” e che Teresa ricorda come fondamentale per la storia dell’Italia e la conquista del voto delle donne. «Quel voto ce lo siamo conquistate. Nessuna Resistenza sarebbe potuta essere senza le donne. Si dice che furono poche le partigiane, ma non è vero: ogni donna che io ho incontrato in quel periodo era una partigiana. Per aver diviso a metà una patata con chi aveva fame, aver svuotato gli armadi per vestire i disertori, aver rischiato la vita tenendo in soffitta profughi o ebrei. Era quella la vera Resistenza. Io ho combattuto, ma certo non mi divertivo a far saltare i treni o altre cose. La violenza dei tedeschi l’ho pagata sulla mia pelle di donna». Cosa volesse dire, allora, diventare cittadine è forse difficile da capire oggi. «Significava acquisire una parte di quella sovranità che spettava a tutti. Ogni cittadino era sovrano, libero di realizzare un suo progetto di vita. Le donne non ne furono pienamente consapevoli, ma sentivano che quel potere spettava anche a loro. Avevano patito troppe ingiustizie. In guerra avevano guidato treni, fatto le postine, poi finita la guerra erano state rimandate a casa».
Gli anni ’40 sono determinanti nella vita di Teresa. Nel 1942 la giovane genovese si iscrive al Partito comunista italiano, una scelta che negli anni poi abbandona. Il suo rigore e la sua determinazione infatti la portano a essere espulsa dal partito. Il suo dissenso verso quello stesso Togliatti che la volle a Roma non viene tollerato. Nel 1944, anno in cui Teresa si laurea in Filosofia, nel carcere nazista di via Tasso a Roma, si toglie la vita il fratello Gianfranco. Docente di chimica al Politecnico e medaglia d’oro della Resistenza, Gianfranco Mattei sceglie di suicidarsi pur di non cedere alle torture inflittegli dai fascisti per rivelare il nome dei compagni. Nel 1946 poi, in Italia per la prima volta votano le donne e Teresa si presenta alle elezioni dell’Assemblea costituente. Ha 25 anni, è la più giovane deputata del Parlamento e fa parte di quel “Comitato dei 18” che consegna nelle mani del presidente della Repubblica, Enrico De Nicola, il testo della Costituzione.
Dopo l’espulsione dal Pci, la passione per la politica si riversa nella rivendicazione dei diritti dei bambini. La fondazione dell’“Ente morale per la tutela del fanciullo” costituirà solo il primo passo verso quel che diventerà un impegno costante nella vita di Teresa, soprattutto quando, dopo aver fondato in Toscana la “Lega per i diritti del bambino alla comunicazione” presenta un’istanza per modificare l’articolo 3 della Costituzione. “Si prevede l’uguaglianza fra i sessi, le religioni, le razze, ma non si parla di età – fa notare la vecchia signora -. Un’omissione che rischia di escludere dal diritto dei cittadini gli anziani e i bambini”.
E, sempre in difesa dei diritti dei più piccoli fonda “Radio Bambina”, un’emittente con cui dar vita a una “lotta” di cultura contro la televisione, portatrice spesso di falsi valori ed economica babysitter dell’infanzia moderna. “Il senso era dar voce all’infanzia e andar contro l’omologazione della tv, difendendo il linguaggio orale e la creatività dei bambini”. Ma il primo amore è quello che non si scorda mai. Così, nonostante abbia passato gli 80 anni, Teresa non si risparmia. Continua a girare le scuole e le università per raccontare la Storia d’Italia ed esortare i giovani a “Continuare la nostra strada perché la dignità del Paese dipende da ognuno di noi e la sovranità, quella sancita dall’art. 1 della Costituzione, quella che appartiene al popolo, è una cosa preziosa che non si può delegare a nessuno”. Così come tutti i saggi, che tramandano le proprie esperienze sperando che le giovani generazioni ne facciano tesoro, Teresa porta l’esempio dei più piccoli: “I bambini parlano usando un solo tempo, l’indicativo presente, e una sola persona, quella plurale. I politici usano solo il futuro, il tempo delle promesse e non sanno più usare il plurale. Dobbiamo cercare fra di noi i “bambini permanenti”, sono questi quelli che possono dare una guida nuova e aiutarci a portare i diritti in quei Paesi dove le donne ancora sono sottomesse”.
Di seguito allegati e collegamenti per conoscere meglio il personaggio:
NEL 60� DEL VOTO ALLE DONNE
Dal voto alle donne alle donne in politica, di Teresa Mattei (file.pdf)
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